La Montagna Pistoiese è un luogo meraviglioso e dimenticato, come lo sono, del resto, molti altri angoli del nostro Appennino.
La Montagna Pistoiese, vista dalla città, comincia dopo un po’ che si sale una volta lasciata la periferia di Pistoia e finisce, tecnicamente, al passo dell’Abetone. In mezzo ci sono posti ameni come San Marcello, Cutigliano, Piteglio, tante cose belle da vedere e buone da mangiare. La promozione turistica diamola per fatta: cercando su Google si trovano un sacco di siti che dicono che la Montagna Pistoiese è il luogo più bello del mondo. E per noi, intendiamoci, lo è assolutamente.
La Montagna Pistoiese, ad esempio, è ricchissima di cultura. Una cultura che, a differenza della cosiddetta “cultura alta” non ha interpreti immortali perché quest’immortalità era diffusa. Tutti, qui, sono sempre stati colti. Anche quelli che non sapevano leggere. C’è un patrimonio sconfinato di saggezza, di filosofia, di poesia, che ci si sta sgretolando fra le mani, ma che ancora c’è. Bisogna mettere in salvo tutto questo e abbiamo il dovere di inventarci forme nuove per farlo. E’ per questo, ad esempio, che è nata LetterAppenninica ed è per questo che è nato questo sito, il progetto della Memoteca della Montagna Pistoiese. A chi lo ha immaginato piace pensare che Sergio Gargini sarebbe onorato di sentirsene considerare in qualche modo l’iniziatore e, sicuramente, l’ispiratore.
La Montagna Pistoiese, insomma, assomiglia terribilmente all’Italia di oggi. Mette i suoi problemi più grossi sotto al tappeto, pensando che altri dovrebbero risolverli. Spesso mortifica molte delle energie migliori che ha e le costringe ad andarsene. La Montagna Pistoiese è un luogo dove ci sono tante persone che avrebbero voglia di fare qualcosa per il bene di tutti, ma questa energia è polverizzata, non riesce ad aggregarsi. Si è disimparato a stare insieme agli altri. Proprio come l’Italia, insomma.